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Visual Marketing: Amore al primo sguardo!

Visual Marketing

Quanto conta l’immagine? Dall’etichetta ai social

Viviamo nell’epoca delle immagini per eccellenza. Siamo inondati, circondati, soffocati, dalle immagini. Attirare la nostra attenzione è diventato sempre più difficile ma non impossibile! Il prodotto e la sua forma, la confezione e la sua presentazione sono ancora determinanti nelle scelte di acquisto. Il visual marketing però ha avuto un’incredibile impennata grazie ai social. Oggi la rubrica AdS.Trend dedica un post a come nasce e come si è evoluta questa strategia.

Cos’è il visual marketing

Il visual marketing studia il rapporto fra oggetto, contesto ed immagine. Si tratta di una strategia che potremmo definire “multidisciplinare” in quanto mette insieme: psicologia cognitiva, percezione visiva ed economia. Obiettivo del visual marketing è la fusione completa e inscindibile tra il prodotto e la sua comunicazione visiva. Questa “unione” è ciò che viene comunicato al pubblico determinandone le scelte d’acquisto. La disciplina, quindi, agisce su più livelli: quello della progettazione di un oggetto e quello della sua comunicazione che ne dà la necessaria connotazione. Gillo Dorfles parla di “immagine mitica” che un oggetto di design deve presentare di sé per dimostrare di essere davvero idoneo allo scopo per cui è stato ideato. In altre parole, chi fa visual marketing passa dal disegno dell’oggetto alla sua messa in scena, creandone la mitologia che lo riveste.

Come nasce il visual marketing

Le origini del visual marketing vengono fatte risalire al testo di Susan Sontag “Notes on Camp”. L’autrice conferiva all’oggetto visivo un’aurea simbolica, suggestiva ed evocativa. Già negli anni ’60 scriveva che l’oggetto non è interessante in quanto tale ma “nella sua rappresentazione, essendo il risultato di una serie di riflessioni che toccano la storia dell’oggetto, la sua simbologia, la sua manifestazione e la realizzazione negli occhi di chi guarda”.

Paolo Schianchi, tra i teorici italiani del visual marketing, ha parlato dell’evoluzione di questa disciplina nell’era contemporanea: “Quando navighiamo in rete i nostri occhi si riempiono di immagini e da queste passano messaggi. Il loro scopo? Fare breccia in ognuno di noi per diffondere informazioni e cultura. Diventa quindi facile comprendere che, per funzionare, le raffigurazioni devono continuamente evocare nuove e coinvolgenti narrazioni”. Il prodotto, quindi, è “altro da sé”, è il protagonista della “messa in scena sul mercato”.

Visual marketing post-web

Il testo WebCreativity (2016) di Schianchi è dedicato all’analisi delle trasformazioni e dello sviluppo della comunicazione visiva. Qui definisce il visual marketing come “una disciplina che fornisce gli strumenti, i registri linguistici ed espressivi e le nuove tecniche, finalizzati allo sviluppo di un progetto di comunicazione visiva, allontanandosi dal puro gesto artistico”. Per Schianchi il visual marketing post-web ha lo scopo di produrre figurazioni, sotto forma di immagini digitali, capaci di fermare all’istante chi le osserva. Queste composizioni sono infatti capaci di colpire in modo diretto “tanto i suoi occhi quanto la sua mente attraverso l’emozione”.

Teorie e studi a parte, vediamo insieme come i brand sono attenti al visual marketing e soprattutto perché oggi, grazie ai social media, soprattutto Instagram e Pinterest, è cresciuto il visual marketing post-web.

Perché è importante il visual marketing?

L’importanza dell’aspetto di un prodotto era già evidente negli anni ’50, quando i brand americani hanno fatto del packaging una leva fondamentale per aumentare le vendite. Con il tempo l’impatto visivo che il prodotto ha sui consumatori ha acquisito una rilevanza strategica decisiva. Abbiamo già parlato, a proposito del visual content, di alcuni dati: le persone conservano e memorizzano l’80% di ciò che vedono contro il 20% di ciò che leggono e il 10% di ciò che sentono. D’altra parte Il 90% delle informazioni trasmesse al cervello sono visive, e vengono elaborate 60.000 volte più velocemente rispetto ad un testo. Non solo, il 93% di tutte le comunicazioni umane avviene in maniera non verbale.

Il linguaggio visuale, dunque, è immediato e riesce a convincere più facilmente rispetto al solo testo, anzi è determinante.

Il visual marketing è oggi, più che in passato, un aspetto da non sottovalutare, potremmo definirlo preponderante rispetto ad altri elementi della comunicazione.

L’acquisto si è spostato dai negozi agli store on line determinando due condizioni:

  • L’oggetto fisico non esiste più, è completamente soppiantato dalla sua immagine.
  • I consumatori scelgono e decidono in pochi secondi.

Attrarre l’attenzione in pochi e determinanti secondi è la chiave del successo

Il consumatore non dà spazio ad errori, bisogna avere l’idea giusta, originale e ben definita, ma soprattutto condivisibile. Instagram e Pinterest, in grande crescita negli ultimi anni, sono social di successo proprio perché danno la possibilità agli utenti di caricare immagini che si possono vedere, commentare e condividere. Sappiamo bene che i social sono un ottimo traino per gli e-commerce, dunque è importante individuare su quale piattaforma essere presenti, basandoci proprio sul nostro target. Dove sviluppa le sue conversazioni, dove ama passare il tempo e ricercare informazioni il nostro cliente ideale? Per saperne di più leggi anche quale piattaforma scegliere per i tuoi contenuti.

Il Visual Storytelling

L’immagine, abbiamo detto, è immediata e diretta, permette di essere condivisa facilmente aumentando il coinvolgimento dei fruitori. Ecco perché oggi possiamo dire che è avvenuto un passaggio: si è passati dal Visual Marketing al Visual Storytelling.

Questo nuovo stadio del visual marketing richiede ai brand di elaborare storie e racconti tramite immagini. L’uso del termine storie non è casuale. Oggi le stories su Instagram e Facebook, ma anche su WhatsApp, nascono proprio a questo scopo. Foto e video della durata di 24 ore sono oggi gli strumenti più utilizzati dalle aziende per far conoscere i propri prodotti o per raccontare la propria mission.

La brevità di questi contenuti consente all’utente di non impiegare troppo tempo nell’analisi di un testo o di un’immagine con didascalia. Abbiamo visto che il tempo, anzi l’immediatezza, è uno dei fattori determinanti nella strategia di vendita on line, quale strumento migliore quindi che un contenuto breve e a “scadenza”?

Se sappiamo bene che il video o l’immagine si “autodistruggerà” fra 24 ore passeremo il tempo a controllare gli aggiornamenti di quell’azienda/influencer perché avremo la perenne sensazione che “ci stiamo perdendo qualcosa”. Facendo leva su istinti primari come il “principio di scarsità” e il potere delle immagini e delle storie, che sono il modo attraverso il quale comprendiamo il mondo sin da bambini, il visual marketing si è imposto sulla scena. Non è possibile farne a meno. E farlo bene, per distinguersi dal flusso, è davvero complicato.

Strategie di Visual Marketing

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