Il nostro nuovo appuntamento con la rubrica Ads.Trend ti parlerà questa volta di una strategia sorprendente, geniale, spettacolare.
“Il guerrilla marketing funziona perché è semplice da raccontare, facile da implementare e scandalosamente poco costoso”.
Il Guerrilla Marketing che cos’è?
Fare guerrilla marketing significa stupire, rimanere impressi, suscitare emozioni, incuriosire e per farlo bisogna solo essere creativi. Le idee, e non il budget, sono al centro di questa strategia di vendita che mette insieme diverse forme di marketing per conquistare in maniera “non convenzionale” il cliente.
Guerrilla è un termine spesso associato ad azioni pubblicitarie illegali o particolarmente aggressive.
Basta che una campagna pubblicitaria sia sopra le righe per essere identificata come guerrilla marketing. In realtà si tratta di una tecnica che necessita della stessa pianificazione e dello stesso studio richiesto dalle altre strategie di marketing di cui abbiamo parlato sin ora.
Il guerrilla marketing ha molteplici ed infinite manifestazioni, per cui dare una definizione univoca può essere riduttivo. Partiremo dal primo teorizzatore di questa strategia per arrivare a “spiegarlo” attraverso gli esempi di successo che, ancora oggi, piccoli e grandi brand ci regalano.
Come nasce il Guerrilla Marketing
E’ il 1984 e in Italia spopola la tv commerciale di “Drive-in” e degli spot tv che entrano a far parte dei programmi in un flusso continuo.
La pubblicità subisce un cambio radicale: alla radio e ai giornali si aggiunge un canale con numerose e nuove potenzialità.
Le campagne pubblicitarie tv diventeranno in breve molto costose ed appannaggio delle grandi aziende. E’ in questo contesto, non solo italiano ma internazionale, che Jay Conrad Levinson scrive il libro “Guerrilla marketing”.
Il testo si riferisce alle piccole aziende a basso budget, immaginando strategie comunicative economiche, ma altamente efficaci, in grado di competere con i canali tradizionali.
Il termine “guerriglia”, quindi, si riferisce al conflitto tra grandi eserciti e piccoli gruppi di militari o civili che non disponendo degli stessi mezzi devono giocare di “arguzia”.
Tecniche non convenzionali, geniali, fuori dagli schemi, rappresentano l’unico modo per vincere un avversario più forte sulla carta.
Abbiamo già detto che nel guerriglia marketing l’investimento è rappresentato dall’inventiva, lo scopo di questo sforzo creativo è quello di generare il famoso buzz (o passaparola) che permetta al messaggio di diffondersi senza un eccessivo investimento di denaro.
“L’investimento maggiore nel guerrilla marketing si basa sul tempo, l’energia, l’immaginazione e le informazioni anziché sul denaro”. Jay Conard Levinson
Si tratta di una strategia particolarmente affascinante come capirai.
Una tecnica che lascia aperta qualsiasi possibilità per cui, in teoria, tutto può essere guerrilla purché raggiunga l’obiettivo della campagna.
Levinson, infatti, parla di questa strategia in maniera molto chiara: è necessario individuare la call to action, il target, i nostri punti di forza, insomma tutto quello che una qualsiasi strategia di marketing richiede. Creativi sì ma non basta, è necessario avere degli obiettivi ben chiari.
Gli otto principi di Levinson
Nel testo che teorizza il guerrilla marketing, Levinson individua dei veri e propri step da seguire per sviluppare una strategia efficace partendo da alcuni principi fondamentali:
- Il guerriglia marketing è uno strumento particolarmente adatto alle aziende che dispongono di budget limitati.
- L’investimento nel guerriglia marketing si basa sul tempo, l’energia e l’immaginazione anziché sul denaro.
- E’ il profitto e non le vendite il metro attraverso il quale misurare il successo o il fallimento di una strategia di guerrilla marketing.
- Sono fondamentali, nella valutazione, il numero di nuove relazioni instaurate ogni mese. È necessario creare uno standard focalizzato su obiettivi specifici, piuttosto che diversificare l’offerta con diversi prodotti/servizi.
- Rafforzare la relazione con il cliente è più importante che acquisirne di nuovi.
- Dimenticare la competizione e concentrarsi sul modo di cooperare con altre tipologie di business. Il guerriglia marketing deve essere sempre una combinazione di diversi metodi di marketing.
- Utilizzare le tecnologie esistenti come strumento per rafforzare il proprio marketing.
Esempi celebri di guerrilla
Mai come in questo caso gli esempi sono necessari a chiarire come fare guerrilla marketing. Scopriamo insieme tre esempi celebri partendo dal più vecchio e arrivando al più recente.
Ufo e Acqua Fan di Riccione
In Italia la prima forma di guerrilla marketing risale al lontano 2001 e parte da un’idea di guerrillamarketing.it e del Comune di Riccione. Nell’estate di quell’anno, per fare pubblicità all’Aquafan si decise di creare un caso mediatico: far circolare voci e realizzare segni su una serie di apparizioni UFO nelle vicinanze del parco divertimenti. notizia giornale.
Le iniziative si raccoglievano sotto il claim “Riccione: Ultimo pianeta prima della Terra” e si sviluppavano lungo l’asse narrativo: arrivo dell’alieno, orientamento sul pianeta, contatto con i suoi abitanti e socializzazione. Per l’arrivo il comune di Riccione decise di accettare la proposta provocatoria dell’agenzia di mettere in scena un falso atterraggio Ufo. Il parco acquatico e il comune furono presto sommersi di turisti attirati dalla curiosità, per poi scoprire successivamente che si trattava solo di una trovata pubblicitaria.
Kilo faschion, il peso della moda
Siamo nel 2011 e a Milano, in pieno Corso Vittorio Emanuele, a due passi dal Duomo e nel cuore dello shopping milanese. Un cubo gigantesco di abiti ha schiacciato una donna. Esempio di guerrilla marketing sotto forma di istallazione, quella di Kilo fashion (chiuso definitivamente) è tra le più originali e divertenti.
L’azienda vende vestiti a peso, a chilo insomma, per cui gli abiti appaiono proprio come un cubo pesante che schiaccia ironicamente una fashion victim di cui sono visibili solo le gambe. L’installazione è la diretta rappresentazione del claim di Kilo Fascion: “Diamo peso alla moda”. Suscitando curiosità e ilarità negli abitanti, l’iniziativa ebbe un’ottima eco mediatica fu ripresa, infatti, da Studio Aperto, TG1 e Repubblica.it.
“IT closer than you think”
Arriviamo ora ad uno degli esempi di guerrilla marketing più recenti. È del 2017 la campagna pubblicitaria per lanciare “IT”, il film. Il pagliaccio più terrificante della storia della cinematografia torna a spaventare grandi e piccini risvegliando ricordi del passato ormai diventati immagini iconiche. Cosa ricordiamo di IT? Georgie con l’impermeabile giallo e la sua barchetta? La faccia di IT certo, ma soprattutto il suo palloncino rosso. Ecco perché, prima dell’uscita del film, le strade di alcune grandi città si sono colorate di palloncini rossi legati ai tombini. «IT is closer than you think» era la scritta che accompagnava la campagna: il palloncino si trova nelle vicinanze del tombino dal quale It appare a Georgie, il clown potrebbe essere ovunque, è vicino a te.
A Toronto, alcuni passanti si sono imbattuti in un manichino con impermeabile giallo e palloncino rosso legato al polsino. L’iniziativa lanciava l’hashtag #WheresGeorgieTO che le persone sono state incoraggiate ad usare nei loro post con foto o video dei vari Georgie incontrati per le strade della città canadese.
Guerrilla marketing da dove cominciare?
- Cosa voglio che facciano i miei clienti? Qual è la call to action alla quale li sto invitando? Questa è la prima domanda da porsi prima di implementare una strategia di Guerrilla marketing.
- Quale plus offriamo ai nostri clienti? Lo step successivo è quello di capire come si può raggiungere questo obiettivo. Conoscere i punti di forza del proprio brand/prodotto sui quali puntare, è fondamentale.
- Cosa vogliono i miei clienti? Essi sono come sempre il fulcro di una strategia di marketing, dobbiamo conoscere il nostro target. Ricordiamo che il guerrilla marketing è un’azione mirata e focalizzata su un obiettivo ben specifico, deve essere compreso dal nostro pubblico in maniera istantanea e senza ambiguità. La sua forza è l’immediatezza nel senso letterale del termine: in – mediatus non mediato, senza interposizione.
- Quali armi possiamo usare nel guerrilla marketing? Quali forme può assumere la nostra comunicazione? Potenzialmente infinte. Purché il linguaggio utilizzato sia adatto al tipo di business e al proprio cliente, in guerrilla, come in amore, tutto è permesso.
Conclusioni
Due B da tenere bene in mente sono, infine, Budget e Brand. Come per ogni strategia dobbiamo fissare un budget di spesa ben preciso anche se, come abbiamo visto, basta davvero poco per essere creativi.
Il Brand, poi, deve essere chiaramente comunicato.
Il marketing “non convenzionale”, più di quello tradizionale, ha l’obiettivo sì di vendere un prodotto, ma prioritariamente di comunicare il mondo della marca e di trasmettere al cliente qualcosa che vada al di là del tangibile.
Se ancora non ti è chiaro come fare, se hai dubbi, domande o curiosità non esitare a contattarci!