Non solo strategia di vendita, ma percorso, sperimentazione, sviluppo. Scopriamo insieme il Growth hacking.
Eccoci giunti ad un nuovo appuntamento dedicato al marketing. ADS.Trend ha provato in questi mesi a illustrarti alcune tecniche per far conoscere e vendere i tuoi prodotti: dal buzz marketing, all’influencer marketing passando per il guerrilla marketing. Oggi ci dedichiamo ad una strategia che è più un processo, un percorso articolato che mette insieme tecniche diverse.
Il Growth Hacking è infatti un “processo di sperimentazione rapida sul prodotto e sui canali di marketing per trovare il modo più efficiente di far crescere un business“. A spiegarcelo è un esperto del settore, un vero growth hacker: Raffaele Gaito.
Growth marketing cos’è?
“Il mio libro “Growth Hacker” prova a raccontare questo mondo non tanto dal punto di vista della disciplina, il Growth Hacking, ma della figura del Growth Hacker. – spiega Gaito – Nel farlo cerca di bilanciare aspetti teorici e aspetti pratici, visto che sono necessari entrambi”. A proposito di aspetti teorici Gaito introduce il concetto di Mindset che cita spesso nel suo testo. “Il Growth Hacking è, prima di tutto, un mindset. Prima dei tool, delle tattiche e delle strategie, è un nuovo modo di lavorare e di approcciare le attività in azienda.
Il mindset è basato su alcuni pilastri come:
- Fidarsi solo dei dati, nel business non esistono decisioni prese di pancia, d’istinto o d’esperienza;
- Marketing e prodotto non sono due cose separate, ma due facce di una stessa medaglia;
- Sperimentare di continuo, bisogna fare un passo indietro, rimettere tutto in discussione e ragionare per test.
Per quanto possano sembrare banali queste tre cose non lo sono per nulla e molte aziende hanno molta difficoltà a fare loro questi concetti. Aldilà dei tecnicismi e dei paroloni in inglese basterebbe già portarsi a casa questi concetti per iniziare a lavorare diversamente”.
Attraverso questa strategia le aziende possono trovare, sperimentando, la soluzione più adatta al loro prodotto: il Growth Hacking parla di crescita, come dice il nome, e di esperimenti. Raffaele Gaito ci tiene a sottolineare che, per farlo, è necessario rimettere in discussione qualsiasi aspetto del marketing e del prodotto testando tutto ma veramente tutto!
Come si diventa un growth hacker?
Abbiamo chiesto a Raffaele come si diventa un esperto come lui. Quali sono le competenze da avere e come si acquisiscono.
“Direi che non esiste un percorso unico e assoluto. Io ho un background tecnico, ho una laurea in informatica e nasco come programmatore. Ho sempre avuto però una forte passione sia per il business che per il marketing. Il Growth Hacking era la perfetta intersezione di questi mondi e mi ha permesso di mettere in campo tutte le competenze che stavo accumulando nel tempo. Essendo una materia multidisciplinare molto spesso i percorsi di chi si avvicina a questa materia sono di questo tipo. C’è chi ha un background nel marketing e si avvicina agli aspetti tecnici, chi viene dal mondo del prodotto, chi dalla UX, chi dal design e così via.”
Growth Hacking esempi
Come di consueto nella nostra rubrica ADS.Trend forniamo esempi e casi di studio utili. Per questo articolo dedicato al Growth Hacking faremo un’eccezione, nessun caso di studio. A spiegarci l’assenza di esempi validi in materia è lo stesso Raffaele:
“I casi studio lasciano il tempo che trovano, è il processo quello che conta. Ci dovremmo concentrare di più sul trasmettere quello rispetto ai casi studio. La diffusione dei casi studio (americani) ha fatto mal interpretare il growth hacking da parecchie persone che hanno iniziato a vederlo come il santo graal del marketing: la formula magica per diventare il prossimo dropbox o il prossimo instagram. Purtroppo questo ha portato alla continua ricerca del caso studio, del tutorial e dell’hack ed è una visione completamente distorta della cosa. Il Growth Hacking è un processo, ottieni microrisultati di continuo, solo che non sempre sono sexy da raccontare come quelli famosi di Hotmail e Airbnb. Quanto avrebbe senso chiedere a una persona che si occupa di Agile di raccontare un caso studio? O a una persona che fa Design Thinking? Ecco, vale la stessa cosa con il Growth Hacking”.
Come e perché un’azienda dovrebbe utilizzare questo tipo di strategia?
Imboccare la strada del Growth hacking è una svolta decisiva per le aziende che devono, come abbiamo detto, essere disposte a mettere in discussione le strategie di vendita adottate fino a quel momento. Ma perché dovrebbe valerne la pena?
“Perché è un modo migliore di lavorare, un modo migliore di fare marketing e di sviluppare prodotti. – ci dice Raffaele – Per migliore intendo: più ottimizzato, più sostenibile e più strutturato sotto tutti i punti di vista. È un approccio che può essere adattato in qualsiasi contesto e in qualsiasi mercato e, proprio per questo motivo, negli ultimi due anni abbiamo visto come aziende di ogni tipo lo hanno adottato”.
Se ti stai chiedendo se questa strada sia percorribile solo da grandi realtà aziendali e professionali, ti sbagli: “Per chi è piccolo come startup, PMI o professionisti l’impatto è ancora più rivoluzionario, perché permette di cambiare completamente il modo con il quale si sviluppa il prodotto e si approccia il marketing andando ad utilizzare in maniera molto più efficiente sia il tempo che il budget”.
Conclusioni
Voglia di indagare questa strategia? Domande o dubbi? Lo staff di ADS NETWORK è a tua disposizione scrivici e ti risponderemo al più presto!
Intanto continua a seguirci a breve un altro approfondimento da non perdere per gli appassionati di marketing!